Arte/ Musica
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Arte/Musica |
 Roberta Alloisio Fabrizio de Andrè Bella ciao Canto a tenore La Canzone Napoletana Faccetta nera La bella Gigogin Gino Paoli Trallalero |
La bella Gigogin |
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| La parola „Marsina“ mi è tornata per caso in mente leggendo un romanzo di Pirandello. Immediatamente, in una reazione a catena accompagnata da una forte nostalgia mi è tornata alla mente il Festival di San Remo e la canzone „La bella Gigogin“. | |||
| Finalista al IV Festival di Sanremo del 1954, la canzone
„Aveva un bavero" del Quartetto Cetra ottenne un
grande consenso del pubblico e della critica. Racconta la
tragica storia d'amore della bella Gigogin morta annegata
e del fidanzato che, per il dolore, si suicidò. L'idea
è quella del „racconto popolare“, secondo
la definizione degli autori Mario Panzeri e Virgilio Ripa,
delle storie che si tramandano nel tempo e non si sa più
se sono reali od inventate. Il brano evoca un mondo antico fatto di sentimenti semplici, di storie narrate davanti al camino, d'amori lontani di un tempo che fu, quando un innamorato poteva andare a piedi da Lodi a Milano per incontrare la sua bella. |
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| Nelle sere fredde e scure presso il fuoco di un camino, quante storie, quante fiabe raccontava il mio nonnino. |
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| La più bella ch'io ricordo è la storia di un amore, di un amore appassionato che felice non finì. |
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| Ed il cuore di un poeta a tal punto intenerì che la storia di quei tempi mise in musica così: |
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| Aveva un bavero color zafferano e la marsina color ciclamino, veniva a piedi da Lodi a Milano per incontrare la bella Gigogin. |
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| Passeggiando per la via le cantava „Mio dolce amor, Gigogin speranza mia coi tuoi baci mi rubi il cuor“. |
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| Ma con altri del paese in Piemonte fu mandato e per esserle vicino col suo cuore innamorato sopra l'acqua di una roggia che passava per Milano perché lei lo raccogliesse ogni dì gettava un fior |
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| La bella Gigogin | |||
| lei tremando lo aspettava sospirando „Torna amor!" e bagnandolo di pianto lo stringeva forte al cuor. |
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| Aveva un bavero color zafferano e la marsina color ciclamino, veniva a piedi da Lodi a Milano per incontrare la bella Gigogin. |
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| Passeggiando per la via le cantava „Mio dolce amor, Gigogin speranza mia coi tuoi baci mi rubi il cuor“. |
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Poi, saputo che il ritorno finalmente era vicino, sopra l'acqua un fior d'arancio deponeva un bel mattino. |
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Lei, vedendo e indovinando la ragione di quel fiore, per raccoglierlo si spinse tanto tanto che cascò. |
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Verso il mare con quel fiore, lungo il fiume se ne andò, e anche lui, per il dolore, dal Piemonte non tornò. |
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| Aveva un bavero color zafferano e la marsina color ciclamino, veniva a piedi da Lodi a Milano per incontrare la bella Gigogin. |
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Lei lo attese nella via fra le stelle stringendo il fior e in un sogno di poesia si trovarono uniti ancor. |
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| Canzoni popolari | |||
Ma guarda un po' cosa si impara quando si inseguono i ricordi
del passato (quasi remoto). Gigogin (che poi sarebbe
il diminutivo piemontese di „Teresina“) tra
i cospiratori del Risorgimento voleva dire anche ITALIA. La
bella Gigogin era stata anche una canzone patriottica
del Risorgimento [ ],
celebre in tutto il nord d'Italia. |
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| „La Violetta" e „La bella Gigogin" | |||
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Oh, la bella Gigogin, col tromilerillellera, la va spasso col so' spincin, col tromilerillerà! |
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Di quindici anni facevo all'amore... Dàghela avanti un passo, delizia del mio core! A sedici anni ho preso marito... Dàghela avanti un passo, delizia del mio core! A diciassette mi sono spartita... Dàghela avanti un passo, delizia del mio cor! |
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La ven, la ven, la ven alla finestra, l'è tutta, l'è tutta, l'è tutta incipriata! La dis, la dis, la dis che l'è malada per non, per non, per non mangiar polenta! Bisogna, bisogna, bisogna aver pazienza, lassalla, lassalla, lassalla maridà! |
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| Il testo è composto da un miscuglio di strofe popolari adattate alla musica dal maestro milanese Paolo Giorza nel 1858. Il contenuto è fortemente anti-austriaco. | |||
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| Italia: Inni, marce militari e canti popolari |
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