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Ettore Petrolini (1884 – 1936) fu un attore e umorista italiano. È considerato uno dei più grandi esponenti del teatro di varietà, della rivista e dell'avanspettacolo. | |||||
Nato a Roma, figlio di un fabbro, Petrolini fu un comico attore-autore e un "popolano del miglior lignaggio" che fin da ragazzo frequentava i teatrini romani, improvvisandosi attore per divertimento. | |||||
A 11 anni Ettore scappa da casa per quattro giorni e quattro notti. A 13 anni dopo una serie di malefatte la famiglia decide di mandarlo in riformatorio. Dal riformatorio viene trasferito a una casa di rigore e in un altro riformatorio. Uscito dal riformatorio frequenta assiduamente i piccoli teatri di varietà e a quindici anni decide di lasciare la casa paterna per dedicarsi al teatro. Al seguito di una compagnia di attori ambulanti, fece il suo vero esordio in un teatrino di provincia. Dopo questo esordio Petrolini - col nome d'arte Ettore Loris - si esibì a Roma e in provincia, per lo più in teatrini minori, ma anche in alcuni caffè-concerto di buon livello, come il Gambrinus e il Morteo di Roma. | |||||
Ettore Petrolini - La comicità surrealista |
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Nel 1903 Petrolini conobbe la quindicenne Ines Colapietro, che sarà per molti anni la sua compagna di lavoro e di vita, e la madre dei suoi figli. Ines era stata ingaggiata come cantante dal Gambrinus di Roma. Con Ines Ettore formò un duetto comico, continuando ad usare per qualche anno il nome d'arte Loris. | |||||
Nel 1907 Ettore Petrolini e Ines Colapietro furono ingaggiati per una tournée in Sudamerica, dove si esibirono con grande successo in teatri e caffè-concerto in Argentina, Uruguay e Brasile. | |||||
In quegli anni Ettore Petrolini aveva già messo a punto un repertorio di macchiette di provato successo. La creazione della sua parodia di Faust, Oh Margherita!, per esempio, risale alla tournée del 1907, come Petrolini stesso racconta in Modestia a parte. | |||||
Nerone |
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Tornato dalla fortunata tournée in Sudamerica, Petrolini fu scritturato nel 1910 per il nuovo, elegante teatro Jovinelli. Ottenne un tale successo che, dopo due stagioni,
L'avventura cinematografica di Petrolini era iniziata nel 1919 con la trasposizione cinematografica dell'atto unico Radioscopia di un duetto (di Petrolini e Cangiullo), portata sullo schermo da Mario Bonnard col film Mentre il pubblico ride. Negli anni Trenta, con l'avvento del sonoro, Petrolini tornò al cinema. Nel 1930 fu il protagonista di Nerone di Alessandro Blasetti, un lungometraggio che, oltre a presentare alcune delle sue interpretazioni più note — Gastone, Nerone, Pulcinella — mostrava l'attore nel suo camerino. Nello stesso anno interpretò Cortile di Carlo Campogalliani, tratto dalla commedia di Fausto Maria Martini, con Paola Dria protagonista femminile. L'anno seguente fu la volta de Il Medico per forza, sempre per la regia di Campogalliani, con Tilde Mercandalli e Letizia Quaranta. |
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Tutto ciò che sono |
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Oltre ad aver interpretato come attore le commedie di molti autori italiani, Petrolini firmò molte riduzioni di opere teatrali, da lui portate a nuova vita sulle scene italiane degli anni Venti e Trenta. La produzione del Petrolini commediografo si fece negli anni più ricca e complessa: dalle macchiette alle prime riviste, ai fortunati atti unici come Amori de notte e Romani de Roma, alle commedie degli ultimi anni: Gastone, Il padiglione delle meraviglie, Benedetto fra le donne, Chicchignola. Proprio in questi ultimi due testi, la drammaturgia petroliniana completa la sua evoluzione, e la comicità irriverente lascia il passo ad una riflessione più matura, allo stesso tempo amara e compassionevole, sulle debolezze umane. | |||||
Ormai affermato, Petrolini partì per una serie di tournée all'estero, in Egitto e nelle colonie italiane di Cirenaica e Tripolitania. Con la sua compagnia girò poi le principali città europee. A Parigi, ottenne quello che considera il più alto riconoscimento: venne invitato a recitare Il medico per forza alla Comédie Française, tempio di Molière. Si esibì anche a Londra, al Little Theatre; a Berlino, al Kurfürstendamm Theater; a Vienna al Komödie Theater. | |||||
Un dei personaggi die Petrolini partito dalla macchietta dell'Antico romano e sviluppato successivamente dallo stesso Petrolini fu Nerone, parodia allo stesso tempo della retorica imperiale e della recitazione enfatica del "grande attore". | |||||
Petrolini fu a volte autore e più spesso interprete di canzoni di successo. Uno di questi successifu, nel 1926, Una gita a li castelli di Franco Silvestri. | |||||
Ma la sua canzone più nota è senza dubbio Tanto pe' cantà (testo di Alberto Simeoni) che Petrolini incise nel 1932 e che divenne da subito il simbolo di un certo modo di essere romano, al punto che fu ripresa negli anni successivi da quasi tutti gli artisti più rappresentativi della capitale (ad esempio: Gigi Proietti, Gabriella Ferri e soprattutto Nino Manfredi, che con questa canzone otterrà un notevole successo di vendita). | |||||
Tanto pé cantà |
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Abbandonate definitivamente le scene nel 1935 perché sofferente di angina pectoris, Ettore Petrolini morì all'età di 52 anni, il 29 giugno 1936. La sua salma, vestita con il frac del suo notissimo Gastone fu tumulata presso il Cimitero del Verano. | |||||
Citazioni | |||||
Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti. | |||||
Il Matrimonio è la tombola dell'amore: Uno vince e gli altri novantanove rimangono fregati! | |||||
Io nun ce l'ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t'hanno buttato de sotto. | |||||
L'arte sta nel deformare. | |||||
Me ne fregio! (dopo aver ricevuto una medaglia da Mussolini in persona, parafrasando un motto fascista). | |||||
Ho fatto un terribile scherzo alle Ferrovie. Ho acquistato un biglietto andata e ritorno Roma-Firenze e poi non son tornato. | |||||
Imitare non è arte perché se così fosse ci sarebbe arte anche nella scimmia e nel pappagallo. L'arte sta nel deformare | |||||