Letteratura

Bacci Pagano
Bruno Morchio
Bruno Morchio (1954) vive a Genova ed è un au­to­re, psicologo e psico­terapeuta. I suoi gialli hanno come protagonista l'investigatore privato genovese Bacci Pagano.
È difficile per me dire se i gialli di Bruno Morchio mi piacciono così tanto solo per­chè ho passato più di venti anni della mia vita a Genova. È comunque un dato di fatto che mi piace accompagnare Bacci Pa­gano, l'nves­ti­ga­to­re pri­vato un pò caotico, iro­ni­co e disilluso, protagonista dei gialli di Bru­no Mor­chio, quando gira con la sua vespa per le strade di quella Genova che conosco così bene.
Il famoso Caffé degli Specchi, per esempio, il punto di ritrovo dove Bacci Pa­ga­no e il suo amico, il com­missario Pertusiello, si incontrano più di una volta, non solo esiste, ma si tro­va a po­chi pas­si dal vi­co­lo del cen­tro sto­ri­co do­ve per tan­ti anni ha vis­su­to mia so­rel­la. Un pos­to me­ra­vi­glio­so, il bar, per be­re un caf­fè o pren­de­re un ape­ri­tivo. Esis­te dal 1917. Il suo sof­fit­to è ador­na­to da vec­chie tes­se­re di ce­ra­mi­ca co­lor cre­ma. Anche gli specchi che danno il nome al lo­ca­le non sono meno antichi.
In un certo senso è Ge­no­va la vera pro­ta­go­nis­ta dei romanzi gialli di Mor­chio. Ge­no­va coi suoi „carrug­gi“ (così si chiamano in geno­vese i carat­te­ris­tici e stret­ti vicoli della città antica), i suoi colori, i suoi odori, le sue specialità culinarie, il suo modo di vivere ma anche con le sue contraddizioni. Già il no­me stesso del protagonista (Bacci) lo localizza a Genova, essendo l'abbre­via­zio­ne del ge­no­ve­sis­si­mo Ba­cic­cia, no­me che a sua vol­ta de­ri­va da Gio­van­ni Bat­tis­ta.
Il personaggio creato da Mor­chio è dunque un in­ves­ti­ga­to­re privato geno­ve­se. La mo­glie lo ha lasciato e da dieci anni non vede pi`sua figlia.
È un amante della musica di Mo­zart, del buon vino e della buona ta­vo­la oltre che delle donne (fra le quali Mara, la psi­co­lo­ga che è la sua com­pa­gna, per la quale Bacci è un "anal­fa­beta dei senti­men­ti"). Bacci gira per la città su una Ves­pa color ama­ranto e non porta le mutande. Secondo Morchio sta sempre dalla parte dei perdenti perché „figlio di un operaio ge­no­ano e comunista". La filosofia di Bacci Pagano? Ad una certa età (superati i 50) non ha molto senso chiedersi cosa vogliamo fare della nostra vita; ha più senso chiedersi cosa la vita ha fatto di noi.
L'amore per Genova trapela da tutte le righe dei ro­man­zi di Morchio, che sem­bra preferire alcuni quartieri, come la delegazione operaia di Sestri Po­nen­te, il le­van­te cit­ta­di­no, ric­co di crêuze (pa­ro­la ge­no­ve­se che in­di­ca i ri­pi­di e stret­ti viot­to­li che sal­go­no sul­le col­li­ne più o me­no per­pen­di­co­lar­mente alla costa), la circon­val­la­zio­ne a monte e, anzitutto, la città vecchia (uno dei centri storici più grandi d'Europa) con i suoi pa­laz­zi diroccati e i suoi abi­tan­ti, per lo più „piccola gen­te“, extra­com­mu­ni­tari e bagasce. Quel mondo, insomma, che si trovava anche nelle più famose canzoni di Fabrizio de Andrè.
La descrizione che Morchio fa di Genova è intima, sensuale, crea un senso di mistero che già di per se rende le indagini di Bacci Pagano meritevoli di es­sere lette.
La Genova di Bacci Pagano
Questo autore sa veramente scrivere, usa buone metafore, ha fantasia, usa un lin­guag­gio fles­si­bile e sciolto, popolare ma mai volgare.
Bacci Pagano
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Una storia di carruggi
Bacci Pagano cerca giustizia. Cinque indagini per l'investigatore dei Carruggi
Bacci Pagano cerca giustizia
La crêuza degli ulivi. Le donne di Bacci Pagano
La crêuza degli ulivi.
Le donne di Bacci Pagano
Bacci Pagano
La Genova di Bacci Pagano
Genova e il ven­to. Due mo­nel­li ca­pric­ciosi che non vo­glio­no mai smet­tere di gio­ca­re. Ca­pric­ciosi e mo­les­ti. Sol­le­va­no i cap­pot­ti e le gon­ne del­le don­ne in­fa­got­tate.
Purtropp Alma non aveva fo­to­gra­fie del suo aman­te. Per­chè ge­ne­ral­men­te la dif­fe­ren­za tra un fi­dan­za­to e un aman­te sta pro­prio nel fat­to che il pri­mo la­scia fo­to­gra­fie sen­za rim­pian­ti e il se­con­do rim­pian­ti sen­za fo­to­gra­fie.
Colori, tanti colori. Tanta tanta gente. Alle mie spalle i carruggi, che scen­do­no nella pancia scura del centro storico.
Certe Strade, come San Lorenzo, sono di­ven­tate dei salotti buoni per il pas­seggio e in pochi anni le case ristritturate hanno tri­pli­cato il loro prezzo. Per non dire degli affitti. Così non c'è più posto per i vecchietti che giocano a cirulla e che hanno pochi soldi in tasca.
 
 
Bacci Pagano
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