La nave scuola Garaventa |
Nicolò Garaventa (Uscio, 1848 – Masone, 1917) fu un educatore e filantropo genovese. Professore di matematica al Liceo Andrea D'Oria di Genova, creò la Scuola officina di redenzione sul mare, un istituto di recupero per giovani difficili allestito su una nave-scuola, la Garaventa. |
Tutto iniziò un giorno in cui gli si
avvicinò un ragazzino per strada chiedendogli l'elemosina e raccontandogli
la sua storia familiare dolorosissima. Garaventa ebbe a cuore la situazione del ragazzo e di tanti altri giovani disadattati e decise di abbandonare l'insegnamento e di mettere al loro servizio la sua esperienza e il suo impegno. Ragazzi in situazioni critiche
(a volte di pura sopravvivenza) ne incontrava molto spesso nelle strade della città. |
Le autorità non si interessavano ai problemi di questi ragazzi, così Garaventa fece da solo andando a bussare a tutte
le porte di coloro che avrebbero potuto dargli aiuto. In questa maniera riuscì a concretizzare
il suo progetto educativo-sociale. |
Raccolti i primi ragazzi che voleva aiutare a uscire dal degrado sociale in cui vivevano, li riunì alla spianata dell'Acquasola e, parlando loro in dialetto genovese per farsi capire meglio, offrì loro l'opportunità di redimersi iscrivendosi alla scuola che aveva intenzione di fondare. |
La Scuola-officina per discoli, basata sui principi della vita di mare e all'insegna di morale e religione, fu fondata il 1º dicembre 1883. Da quel momento Garaventa intensificò la ricerca di giovani sbandati inferiori ai 16 anni con lo scopo di „redimerli" e, dove possibile, prevenire un loro ulteriore sbandamento e slittamento verso la criminalità. |
La prima Nave-scuola Garaventa |
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Per rendere più effettiva la sua opera educativa Nicolò Garaventa nel 1893 pensò di trasferire la sua „Scuola di Redenzione e vita“ su una nave. Aveva visto in porto una vecchia nave della marina militare, una nave „inutile" che non portava nè merce nè petrolio, un vecchio residuato bellico senza cannoni e senza gloria. Riuscì ad ottenerla in donazione da parte della Marina Militare Italiana e vi impiantò la sua scuola. L'intenzione die Garaventa era di coniugare la “vita di mare” con la “redenzione sociale”. |
Nave scuola Poste d'incendio
(Foto collezione Stefano Finauri) |
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I Garaventini vivevano come veri marinai. Dall'alzabandiera, eseguita ogni giorno con musica e picchetto, all’ammainabandiera: giornate di lavoro e di studio sotto una disciplina ferrea. Garaventa insegnò loro, se analfabeti, prima a leggere e scrivere, e poi con lezioni collettive italiano, geografia, calligrafia, religione. Poi a seconda delle predisposizioni si passava alle ulteriori specificità, indirizzando gli allievi alle sezioni di specializzazione come: „allievi macchinisti" o „mozzi“. Musica, pittura, pesca e cannottaggio erano le attività del tempo libero. |
Nel 1892, in occasione dell'Esposizione Colombiana i giovani „garaventini“ diventarono possessori di una nave a vela. A quel tempo i giovani „redenti" erano più di centosettantotto. Alla morte di Nicolò Garaventa erano saliti a circa un migliaio. Dopo la morte del fondatore della scuola la direzione passò ai figli Domingo e Giovanni che riuscirono a portare avanti la tradizione fino al 9 febbraio del 1941 quando la nave affondò in seguito al bombardamento navale di Genova. In quella occasione i Garaventini allievi vennero ospitati in diversi collegi di Genova e l'attività della scuola fu sospesa. |
Nel dopoguerra la Marina militare concesse l'ex posamine Crotone all'istituzione, cosicché già nel 1951 l'opera di educazione dei giovani poté riprendere sotto il comando di Carlo Peirano. |
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Nel 1959 l'istituzione fu dichiarata ente morale e proseguì fino al 1975 per essere poi definitivamente chiusa due anni dopo. Una parte del personale impiegato e l'impegno del recupero dei minori a rischio passarono all'Istituto Davide Chiossone e alle allora nascenti comunità-alloggio e case-famiglia gestite da gruppi di volontariato. |
Alla storia della Garaventa è dedicata una sezione del museo multimediale all'interno della Lanterna di Genova.
Nicolò Garaventa è sepolto nel Cimitero monumentale di Staglieno. |
L'ultima Nave-scuola Garaventa, la ex-corvetta Alabarda |
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Si calcola che i giovani educati a bordo della nave-scuola istituita da Garaventa siano stati oltre dodicimila. Molti di loro aderirono ad un'associazione di ex allievi patrocinata dall'amministrazione provinciale di Genova. |
La nave-scuola Garaventa è stata esempio, in italia e all'estero, per molte iniziative analoghe. In Italia ad Anzio, Napoli, Cagliari e Venezia; all'estero, in Cile, Brasile, Inghilterra, Paesi Bassi e Ucraina. |
È interessante far osservare che Andrea Gallo, sacerdote impegnato nel settore del volontariato e responsabile della comunità di recupero dalle tossicodipendenze di San Benedetto al Porto, fu da giovane cappellano della nave. |
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