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Eduardo de Filippo | ||||||
Il drammaturgo, attore, regista e poeta napoletano Eduardo De Filippo (1900-1984) fu uno dei massimi esponenti della cultura italiana del Novecento. Fu autore di numerose opere teatrali messi in scena e interpretati da lui stesso e, in seguito, e interpretati da altri, tradotti tradotti e rappresentati anche all'estero. Le sue opere, sia quelle in dialetto napoletano che quelle in italiano, sono da annoverare tra i „classici" della letteratura e del teatro. | ||||||
Eduardo De Filippo nacque a Napoli il 24 Maggio 1900 come figlio naturale dell'attore e commediografo Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De Filippo. Eduardo e i suoi fratelli furono riconosciuti come figli dalla madre di cui assunsero il cognome De Filippo. Eduardo Scarpetta era sposato con Rosa De Filippo, da cui ebbe tre figli. Dalla relazione extra-coniugale con Luisa De Filippo nacquero Titina, Peppino e Eduardo. Eduardo crebbe nell'ambiente teatrale napoletano insieme ai fratelli. Titina, la maggiore, aveva già agli inizi degli anni 1910 un suo posto nella compagnia di Vincenzo Scarpetta (uno dei figli legittimi di Scarpetta). La prima apparizione in palcoscenico di Eduardo fu nel 1904 quando interpretò un bambino giapponese nell'operetta "La Gheisha". Dal 1914 al 1921 fu anche lui membro della compagnia teatrale di Vincenzo Scarpetta. |
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Sogno di una notte di mezza sbornia | ||||||
Nel 1920 scrisse la sua prima commedia vera e propria „Farmacia di turno", atto unico dal finale amaro. Divenne poi membro del gruppo teatrale di Peppino Villani. Nel 1925 Eduardo Scarpetta morì senza avere riconosciuto i suoi figli come suoi. Nel 1928 Eduardo sposò l'attrice americana Dorothy Pennington, matrimonio che durerà solo alcuni mesi. Nel 1929, usando degli pseudonimi (R. Maffei, G. Renzi e H. Retti), Eduardo e Peppino misero in scena lo spettacolo comico „Prova generale. Tre modi di far ridere", lavoro in tre atti con prologo ed epilogo di Galdieri. Nel 1929 Eduardo, Peppino e Titina vennero chiamati dall'impresario della Compagnia Molinari a costituire una ditta autonoma all'interno della compagnia stessa, la Ribalta Gaia. I tre ottennero un buon successo nella rivista „Pulcinella principe in sogno". All'interno dello spettacolo venne inserita, come sketch, „Sik-Sik, l'artefice magico", tra le commedie più riuscite del periodo giovanile di Eduardo. | ||||||
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Dal 1931 finalmente il sogno dei tre fratelli d'arte di recitare assieme in una compagnia tutta loro, il „Teatro Umoristico i De Filippo“, diventò realtà. Incoraggiato dalle critiche positive Eduardo decise che era giunto il momento per la sua compagnia di fare un decisivo salto di qualità e iniziare a recitare nei più prestigiosi teatri italiani. Fu decisivo in tal senso l'incontro con Luigi Pirandello, che ebbe come conseguenze una grande interpretazione dell'opera „Il berretto a sonagli" (1936), la messa in scena di „Liolà" e la scrittura insieme a Pirandello della commedia „L'abito nuovo". |
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Titina, che aveva lasciato provvisoriamente la compagnia per lavorare con Nino Taranto ritornò di nuovo con i fratelli nel 1941. Peppino De Filippo lasciò nel 1944 la compagnia che si sciolse. Fu così che Eduardo De Filippo fondò, nel 1945, insieme alla sorella la compagnia „Il teatro di Eduardo“. | ||||||
Questi fantasmi: Secondo una leggenda popolare in un vecchio palazzo disabitato a Napoli si aggirerebbero dei fantasmi. Per sfatare la cosa il proprietario concede gratuitamente l'uso del palazzo al modesto corista Pasquale e a sua moglie Maria. Il ricco spasimante di quest'ultima, Alfredo, le invia spesso cibo e denaro. L'ingenuo Pasquale attribuisce questi alla generosità dei fantasmi, ma si comporta in maniera tale che Maria finisce per credere che lui, pur conoscendo la vera provenienza dei regali, faccia finta di nulla. Allora Maria, offesa per il comportamento del marito, decide di fuggire con Alfredo... | ||||||
Scena di „Questi Fantasmi" | ||||||
Nel 1948 Eduardo acquistò il semidistrutto Teatro San Ferdinando di Napoli, investendo tutti i suoi guadagni nella ricostruzione di quell'antico teatro ricco di storia. Il teatro fu inaugurato il 22 gennaio 1954 con l'opera „Palummella zompa e vola". Al San Ferdinando interpretò le sue opere, ma mise in scena anche testi di altri autori napoletani per recuperare la tradizione. | ||||||
Adottò il parlato popolare, conferendo al dialetto napoletano la dignità di lingua ufficiale. Non vi è dubbio che l'opera di Eduardo De Filippo sia stata decisiva affinché il "teatro dialettale" fosse finalmente accettato dai critici come un "teatro d'arte". Tra le opere più significative di questo periodo meritano una citazione particolare „Napoli milionaria!" (1945), „Questi fantasmi!“ e „Filumena Marturano" (entrambi del 1946), „Mia famiglia" (1953), „Bene mio e core mio" (1956), „De Pretore Vincenzo" (1957), „Sabato, domenica e lunedì" (1959) scritto apposta per l'attrice Pupella Maggio. |
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Napoli milionaria racconta la storia di una famiglia napoletana a cavallo della Seconda Guerra Mondiale attraverso tutte le difficolta' possibili, dalla deportazione alla prigionia e alla borsa nera, sempre superate con coraggio nonostante il destino avverso. La vicenda del modesto tranviere Gennaro che, tornato dalla prigionia, trova che la moglie si è arricchita con la borsa nera, il figlio si è dato alla delinquenza e la figlia è incinta. | ||||||
Napoli milionaria (interpretato da Totò) | ||||||
Sabato, domenica e lunedì racconta la storia di una famiglia alle prese con una serie di situazioni che ne metteranno a rischio, nel giro di tre giorni, la serenità. Per vendicarsi di un presunto tradimento "gastronomico" del marito Peppino (che aveva fatto eccessivi complimenti alla nuora per i suoi maccheroni alla siciliana), Donna Rosa diventa meno amorevole nei suoi confronti. La domenica, nonostante sia tutto pronto per il pranzo e gli invitati stiano arrivando, le tensioni aumentano. | ||||||
Ad alimentarle, anche il comportamento del ragioniere Luigi Iannello che, nonostante la presenza della moglie Elena, si dimostra attento nei confronti di Rosa. Il suo comportamento provoca la gelosia di Peppino. La lite scoppierà durante il pranzo domenicale: Peppino in presenza di tutta la famiglia e dei Janniello accuserà pubblicamente Rosa d'averlo tradito col geologo, causando un putiferio che, per fortuna, si risolverà il giorno dopo nel migliore dei modi. | ||||||
Sabato, domenica e lunedi - Monologo di Toni Servillo | ||||||
Nel corso della sua vita Eduardo di Filippo ricevette numerosissime onorificenze. Tra l'altro l'Ambrogino d'oro e la cittadinanza onoraria di Milano, la cittadinanza onoraria di Velletri con una strada intitolata all'artista e la cittadinanza onoraria di Mola di Bari. Nel 1973 ottenne il Premio Feltrinelli dell'Accademia Nazionale dei Lincei di Roma. Nel 1973 fu nominato Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Per i suoi meriti artistici e culturali fu nominato nel 1981 Senatore a vita dall'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. | ||||||
Filumena Marturano |
Filumena Marturano |
Matrimonio all'italiana Sophia Loren e Marcello Mastroianni |
Le Commedie Di Eduardo |