Il drammaturgo, attore, regista e poeta napoletano Eduardo De Filippo (1900 - 1984) fu uno dei massimi esponenti della cultura italiana del Novecento. Fu autore di numerosi drammi teatrali messi in scena e interpretati da lui stesso e, in seguito, tradotti e rappresentati da altri anche all'estero. Per i suoi meriti artistici e culturali fu nominato Senatore a vita dall'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Le sue opere, sia quelle in dialetto napoletano che quelle in italiano, sono da annoverare al di fuori da ogni dubbio tra i „classici" della letteratura e del teatro.
Filumena Marturano, una commedia teatrale in tre atti scritta da de Filippo nel 1946 e messa in scena per la prima volta al Politeama di Napoli il 7 novembre dello stesso anno. È uno delle sue opere più conosciute e apprezzate, sia in Italia che all'estero, sia dal pubblico che dalla critica.
Originariamente De Filippo scrisse il ruolo per sua sorella Titina De Filippo che offrì una grande interpretazione del personaggio di Filumena, in seguito Filumena fu interpretata da numerose altre attrici famose come Regina Bianchi, Pupella Maggio, Valeria Moriconi, Isa Danieli, Lina Sastri e Mariangela Melato.
Eduardo de Filippo: „Filumena Marturano"
Dalla commedia Eduardo trasse anche un film (1951), diretto e interpretato da lui stesso e da sua sorella Titina, e una versione televisiva (1962) con Regina Bianchi nella parte di Filumena. Il Film „Matrimonio all'italiana" di Vittorio De Sica (1964), con Sofia Loren nel ruolo di Filumena e Marcello Mastroianni in quello di Mimì ebbe un grandissimo successo.
Filumena Marturano è uno tra i personaggi più belli e complessi della storia del teatro, che difende l’amore per il suo uomo e per i suoi figli e cerca in tutti i modi di costruire un nucleo familiare. La commedia fu tradotta in varie lingue. A Londra fu diretta (1977) da Franco Zeffirelli e interpretata da Joan Plowright, moglie del famoso attore Laurence Olivier.
Trama
Napoli: Filumena, una ex prostituta di quarantotto anni, vive da venticinque anni con Don Domenico (Mimì) Soriano, ricco pasticciere napoletano e suo cliente di vecchia data. In tutti questi anni gli ha fatto da donna di servizio e da „dama di compagnia" amministrando la sua casa come una vera e propria moglie, senza però legalmente esserlo e tantomeno essere stata apprezzata per la sua dedizione.
„Filumena Marturano" al Teatro La Perla
Per convincere Don Mimì, vero don Giovanni incallito che continuava, pur invecchiato, a correre dietro alle donne, ad abbandonare la sua vita dissoluta, si finge in punto di morte. Il medico conferma la gravità della malattia e l'imminente morte di Filumena, cosicchè Domenico, credendola in fin di vita, decide di sposarla. Il prete celebra le sue nozze in extremis con la morente. Quando però Mimì scopre che l'agonia di Filumena è stata un raggiro, una messinscena, si rivolge furente a un avvocato, che inesorabilmente spiega a Filumena l'inutilità del suo stratagemma perché un matrimonio contratto con l'inganno non può essere valido.
Sophia Loren e Marcello Mastroianni in „Matrimonio all'italiana"
Domenico crede che tutta quella finzione dovesse servire solo per ottenere denaro. Ma Filumena prende il coraggio a due mani e gli annuncia per la prima volta il motivo della sua azione. "È un'altra cosa che voglio da te“, dice e gli confessa che ha tre figli, che non la conoscono neppure come propria madre, ma che lei ha cresciuto sottraendo a Mimì regolarmente piccole somme. Domenico è allibito quando Filumena gli rivela che uno dei tre è figlio di lui stesso.
Filumena Marturano
Matrimonio all'italiana Sophia Loren e Marcello Mastroianni
Dapprima non le crede, ma Filumena gli ricorda di quando una notte lui, Domenico, aveva spento la luce e le aveva sussurrato: "Filume', facimm' avvedé ca ce vulimmo bene". Ma poi, andando via, le aveva dato, come sempre, cento lire. Filumena che da allora non aveva incontrato più altri uomini, gli rivela di aver conservato la banconota di quella notte sulla quale aveva segnato la data del concepimento del (comune) figlio e gliene ridà una metà (la parte senza la scritta della data, perchè lui non possa risalire all'identità di suo figlio), „perché i figli non si pagano„.
Filumena decide quindi di rivelare ai giovani di essere la loro madre e fa conoscere loro Don Mimì. Il quale cerca inutilmente di scoprire quale dei tre possa essere figlio suo. Ma Filumena non glielo dirà mai perché sa che don Mimì dedicherebbe solo a lui le sue attenzioni, favorendolo a svantaggio degli altri due. Quindi, se don Mimi vuole essere padre di suo figlio lo dovrà essere per tutti e tre indistintamente. Perchè „i figli sono tutti uguali„.
La fermezza e la profondità del carattere di Filumena, alla fine, lo convincono: Mimì accetta di sposarla e di riconoscere i giovani come suoi figli, commuovendosi quando, nell'accompagnare i coniugi in chiesa, questi ad un tratto lo chiamano per la prima volta: "papà".
Curiosità: Grazie all'interessamento del direttore del quotidiano democristiano Il Popolo, il primo cast della commedia fu ricevuto da Papa Pio XII in udienza privata. Durante l'udienza, il pontefice inaspettatamente chiese di ascoltare uno dei monologhi della commedia e Titina De Filippo recitò la preghiera che la protagonista rivolge alla Madonna delle Rose.
Filumena Marturano
con Eduardo De Filippo
e Regina Bianchi